DALL’ANTICO GIAPPONE


Come noto l'uomo, imparando a lavorare i metalli, scoprì presto il modo di fabbricare armi resistenti e micidiali tra le quali la spada, arma comune a quasi tutte le civiltà.

Le prime spade arrivarono anticamente in Giappone dalla Cina, erano diritte e a doppio taglio; nelle isole del Sol Levante quest'arma fu rielaborata fino a prendere la forma classica, curva e con un solo filo tagliente, conosciuta anche in Occidente col nome generico di katana. Tale forma rimase sostanzialmente immutata per secoli, arrivando fino ai giorni nostri.

L'allenamento nella scherma dei guerrieri giapponesi (BUSHI, meno propriamente SAMURAI) consisteva anticamente nell'esecuzione dei KATA, parola giapponese che significa "forme", nelle quali le situazioni tipiche del combattimento venivano studiate e riprodotte in forma codificata, cioè secondo sequenze prestabilite.

Per evitare infortuni ai praticanti, sempre possibili con l'uso di spade autentiche, furono successivamente ideate spade di legno (bokuto) e di bambù (shinai).

I combattimenti con la katana si risolvevano di solito molto rapidamente, e non era insolito il caso in cui entrambi i contendenti trovavano la morte.

Per affrontare un tale evento era quindi necessario procedere preventivamente non solo a un addestramento tecnico, ma anche e soprattutto a una preparazione della personalità, del carattere. Il guerriero giapponese, particolarmente noto per il suo coraggio e l'indifferenza nei confronti della morte, se nell'esercizio dei Kata e di altri esercizi allenava il corpo e i riflessi, trovò nello Zen uno strumento ideale per affinare il controllo della mente e delle emozioni e così mantenere un perfetto controllo anche al verificarsi di improvvise situazioni di pericolo.